Vertere. Un'antropologia della traduzione nella cultura antica

Riferimento: 9788806211523

Editore: Einaudi
Autore: Bettini Maurizio
Collana: Piccola biblioteca Einaudi. Nuova serie
In commercio dal: 22 Maggio 2012
Pagine: 334 p., Libro in brossura
EAN: 9788806211523
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Descrizione

Siamo sicuri che con tradurre si intenda la stessa cosa in tutte le culture? Certamente no. Per rappresentare questa pratica, infatti, ciascuna tradizione ha fatto e fa ricorso a paradigmi culturali specifici, spesso anche molto diversi fra ioro. Se noi occidentali, quando traduciamo, ci immaginiamo di portare al di là un certo significato, in India si pensa invece di crearne una apparenza illusoria; mentre in Nigeria si tratta piuttosto di rompere l'originale per poi raccontarlo nella lingua di arrivo. Anche Greci e Romani utilizzarono paradigmi culturali molto specifici - e molto diversi dai nostri - per pensare la traduzione: a Roma quelli della metamorfosi (vertere) e della transazione commerciale (interpretari); in Grecia quelli della riarticolazione (hermenéia) dell'originale, compiuta nel segno di Hermes, mentre Giudei e Cristiani, alle prese con la traduzione greca della Bibbia (i Settanta), si rappresentarono questa operazione addirittura nei termini mitologici di una profezia ispirata da Dio. Fu anzi nel vortice di domande, di risposte e di polemiche che si scatenò attorno alla versione delle Scritture, che il tradurre incorporò alcune categorie le quali, a noi occidentali moderni, paiono ormai inseparabili da questa pratica: come fedeltà vs libertà, parola per parola vs a senso, e cosi via. Tutte preoccupazioni che furono invece sostanzialmente sconosciute alla cultura classica, cosi come ancora lo sono a tante altre culture del mondo.