Arte dell'autoelogio. Studio sull'orazione 28K di Elio Aristide (L')

Riferimento: 9788846729606

Editore: ETS
Autore: Miletti Lorenzo
Collana: Testi e studi di cultura classica
In commercio dal: 01 Marzo 2011
Pagine: 242 p., Libro in brossura
EAN: 9788846729606
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Descrizione

L'elogio di sé è stato sempre - o quasi sempre - considerato una pratica da evitare, una pericolosa e fastidiosa concessione al proprio narcisismo. Il mondo antico non faceva differenza: i trattati retorici greci e latini invitavano ad evitare ogni autoelogio, a meno che questo non fosse reso strettamente necessario da circostanze quali, ad esempio, l'obbligo di ribattere ad un'accusa o di ripercorrere, per difenderlo, il proprio operato. Anche quando necessario, tuttavia, l'autoelogio era tanto più apprezzato quanto più si mostrava misurato. A questa linea di tendenza, ben maggioritaria, si oppone con forza l'orazione 28 K del retore greco Elio Aristide, vissuto nel II secolo d.C., famoso per la sua eloquenza e per la sua devozione totalizzante al dio Asclepio, di cui sono testimonianza i celebri Discorsi sacri. L'orazione trae spunto da una critica che il retore aveva ricevuto proprio perché aveva elogiato se stesso apertamente, durante una declamazione. La sua tesi è, nei fatti, opposta a quella dominante: l'autoelogio è lecito, anzi auspicabile, quando si è una personalità eccellente, ed egli - naturalmente - si ritiene tale. Partendo dal presupposto che tacere i propri meriti è una forma di ipocrisia, Aristide sostiene che mostrare il carattere straordinario della propria eloquenza è quasi un obbligo, che si rivela di grande utilità per il prossimo. A riprova di ciò, ripercorre tutta la letteratura greca del passato...